Metodi euristici – perché progettare su carta?
Ottobre 6, 2020

Eureka!” dovresti gridare quando finalmente riesci a realizzare un nuovo progetto.
In questa singola parola sono racchiuse tutte le ricerche, tutte le vie possibili e tutti i metodi euristici a cui ricorri in ogni nuovo sforzo creativo.

Innanzitutto vi svelo una curiosità: le parole “Eureka” ed “Euristica” hanno entrambe la loro radice nel verbo greco “euriskein”, che non significa inventare o scoprire, bensì TROVARE!

Si tratta di un trovare che è un’analisi di varianti, una ricerca di risposte, eseguibile solo per mezzo di metodi euristici.

Ecco perché, secondo me, un designer dovrebbe conoscere questi metodi euristici, in quanto,  sia che progetti design del prodotto, design della comunicazione o design degli spazi, ha comunque bisogno di TROVARE la giusta soluzione.

Una soluzione che gli permetta di realizzare non solo la cosa bella, ma la cosa bella ed efficace.

Ma cosa sono i metodi euristici?

I metodi euristici, possono essere divisi in due macro categorie: quella A POSTERIORI e quella A PRIORI.

Nei metodi A POSTERIORI riusciamo a ripercorrere solo alla fine il percorso del nostro “estro creativo”, che forse potrà sembrarci avere ben poco di strutturato, ma che può combinare al suo interno strategie alchemiche e retoriche.

Potremmo essere arrivati a realizzare il nostro design con una strategia alchemica, come se avessimo combinato e trasformato oggetti, forme e linee che già erano dentro di noi, per tirare fuori qualcosa di nuovo.

Oppure potremmo aver elaborato una strategia retorica, in base alla somma di analogie, soppressioni e permutazioni di quello che abbiamo visto e vissuto fino ad oggi.

In ogni caso, mentre tracciamo dei segni sulla carta, definiamo un percorso che potremo poi esplorare a posteriori, quindi a lavoro finito, per analizzare elemento per elemento, passaggio dopo passaggio, quello che abbiamo creato. Come Sherlock Holmes, indaghiamo a ritroso, osservando gli indizi lasciati su carta, per riuscire a scoprire da quale idea siamo partiti e come vi siamo arrivati, e quanti e quali richiami del nostro vissuto e della nostra esperienza sono riconducibili ai segni che abbiamo tracciato.

L’alternativa al metodo a posteriori è un’euristica A PRIORI, ovvero progettata.

Questa via si distingue a sua volta in due sottocategorie: una stocastica e una sistemica.

Ma cerchiamo di capire meglio.

Euristica a Priori Stocastica

Questo metodo è quello più esplorato (a mio avviso sempre) dai grafici, nella creazione dei loghi. È un metodo di tipo operativo: facendo prove su prove, si esplorano le possibili soluzioni, fino a trovare quella più indicata a risolvere i problemi che si sono posti all’inizio del progetto.

Una volta esaurito questo passaggio, si abbandonano tutte le vie esplorate, in favore di un’unica via: quella giusta!

Euristica a Priori Sistemica

Questo metodo apre a diverse alternative, ma tutte hanno il minimo comune denominatore nel progettare. In buona sostanza, si tratta di progettare un metodo strutturato, che in un certo numero di passaggi possa conferire come risultato il prodotto grezzo.
Anche se praticamente finito, a cui limare soltanto i dettagli.

Potremmo parlare di brainstorming, di pensiero laterale o anche di grafica generativa, dove per mezzo di algoritmi più o meno complessi si possono generare degli elementi visivi.

In questo tipo di processo euristico possiamo trovare, per esempio, tutti i diagrammi studiati dall’architetto Peter Eisenmann.
Questi diagrammi,  sfruttano risorse “meccaniche” come il sistema L di crescita, il folding, lo scaling, il layering e il nesting, fino ad arrivare al morphing o ai processi geometrici come gli sviluppi frattali.

Se ti interessa approfondire questo metodo euristico sistemico, ti consiglio di guardare un video di Massimo Nava (https://www.youtube.com/watch?v=iXu3iRJefdU) o di usare programmi come Processing (https://processing.org/)

Devo ammettere che a questo punto mi sorge spontanea la domanda “Dove finisce l’algoritmo e dove inizia il progettista?”.
Ma per ora soprassediamo.

Ciò che mi interessa, al di là di tutte le tipizzazioni metodologiche, è “semplicemente” dimostrare che il disegno diventa la materia prima dell’immaginazione. Qualunque metodo euristico scegliate.
Poter fissare gli spunti su carta è fondamentale, perché – dice un antico detto cinese – “Il peggiore inchiostro vale più della migliore memoria”.

Inoltre, gli elementi bidimensionali disegnati su carta forniscono un feedback mentale immediato, che ha una velocità e una libertà non raggiungibile da nessun altro sistema.

Filarete e il “Trattato di Architettura”

Lo dice, per esempio, Filarete nel suo “Trattato di Architettura” del 1464. Il disegno è alla base del procedimento mentale e creativo, che anticipa l’elaborazione del progetto e, di conseguenza, la sua realizzazione. Allo stesso modo Luigi Pareyson dice che la “scoperta” avviene durante l’esecuzione, e grazie ad essa.

Il “tirare le linee” equivale alla ricerca di un percorso progettuale, o meglio ne è l’ossatura fondamentale. Questa progettazione è soggetta ad una logica (i metodi euristici) in cui ogni COSA della progettazione è una risposta ad una domanda.

Ti ho fatto la descrizione di tutti i metodi euristici perché tu capissi il valore sommo della carta. Adesso spegni il PC, Mac, smartphone o tablet che sia, prendi carta e penna e inizia la tua prossima avventura progettuale.

Se credi che questo articolo non ti è utile perché non sei un designer, sbagli! Forse vuoi progettare la tua attività, hai tutto in testa ma non vedi cos’è. Inizia, allora, a buttare sulla carta quello che vorresti realizzare, come lo stai sognando.
Sii dettagliato e infilaci dentro anche i colori, i profumi e i suoni che associ alla tua idea. A te sembrerà una follia, ma avrai aiutato la tua mente a dare corpo alle tue idee e le avrai imprigionate sulla carta.

A quel punto, quando incontrerai il designer per definire il tuo progetto, avrai già pronto del materiale da condividere con lui e vedrai che il lavoro sarà sicuramente elaborato al meglio.