Il buon design della Apple nasce dal decalogo di Rams. Ecco 10 buoni consigli per progettare al meglio i tuoi lavori.
Molti di noi conoscono il nome di Jonathan Ive, capo designer della Apple e fedele spalla di Steve Jobs durante la ribalta della compagnia, con il ritorno di quest’ultimo alla guida della mela morsicata alla fine degli anni ‘90.
Pochi invece, a meno di non interessarsi davvero al Design, conoscono Rams e il decalogo di regole da lui scritto per la creazione di buoni prodotti, e da cui Ive ha preso a piene mani.


Come dimostrano le immagini, Dieter Rams è stato progettista dalla metà degli anni ‘50 ed ispirazione fino ai giorni nostri, ben oltre il 2000.
Come si fa ad essere una icona della buona progettazione per quasi 70 anni?
Seguendo il suo decalogo. Rams traduce un buon Design, in poche semplici regole:
1. deve innovare,
dove per innovazione non si intende solo quella formale, ma soprattutto innovazione tecnologica.
Nel nostro caso, l’innovazione formale deve essere principe di una buona grafica;
2. deve rendere un prodotto utile,
cioè in primo luogo funzionale. Un flyer o una pubblicità in senso lato funzionano quando comunicano il giusto messaggio alle giuste persone;
3. deve essere esteticamente attraente,
perché un oggetto possa essere utilizzato non solo per le sue qualità funzionali, ma anche per la soddisfazione psicologica che ne può trarre l’utilizzatore.
Ricordate che tra due stampati che riportano lo stesso messaggio, quello che verrà tenuto sarà quello più attraente;
4. deve essere comprensibile,
perché un buon Design aiuta a capire, in modo intuitivo, come funziona un prodotto.
Anche a questo riguardo diciamo che una comunicazione riuscita è una comunicazione univoca: se i messaggi sono troppi, l’intento comunicativo fallisce;
5. deve essere discreto,
un oggetto deve essere esteticamente gradevole, ma non deve essere un’opera d’arte e non deve avere funzioni decorative.
Una foto in trasparenza sullo sfondo o un pattern usato senza una funzione di aiuto alla comprensione sono fondamentalmente inutili e dannosi;
6. deve essere onesto,
cioè non deve promettere più di quello che può mantenere.
Oltre a rassicurare sul nostro lavoro, progettare con onestà significa indurre anche i nostri clienti a operare a loro volta con onestà;
7. deve durare nel tempo,
i prodotti di buon Design hanno poco a che fare con la moda, e la loro forma non deve essere mai percepita come antiquata, anche dopo anni.
A mio avviso questo vale soprattutto nella progettazione di un logo;
8. deve avere cura di ogni minimo dettaglio,
questa regola dovrebbe essere la prima con la quale si progetta e l’ultima quando si ricontrolla il lavoro, prima della chiusura.
Ma questo decalogo non è stato stilato in ordine di importanza;
9. deve essere ecologico,
riducendo al minimo i processi che possono causare inquinamento.
Soprattutto evitate l’inquinamento visivo, mostrate a dei veri amici il vostro lavoro e, se onestamente vi dicono che avete fatto di meglio, buttate e ricominciate;
10. deve limitarsi all’essenziale,
ossia si deve concentrare su ciò che può essere semplice.
Se un oggetto può essere più semplice di quello che è, non c’è motivo per renderlo più complicato nelle funzionalità e nel disegno.
Il buon Design è semplicità. Proprio Rams è l’autore della frase “Less, but better” (“Meno, ma meglio” – parafrasando il less is more di Mies van der Rohe), ormai diventata una regola insegnata in tutte le scuole di progettazione.
Queste stesse regole possono e dovrebbero essere applicate a ogni progetto di Design, nel senso più ampio del termine. Dalla grafica, dai prodotti per la stampa al web, fino alla creazione di loghi, avere in mente la semplicità è di certo la via migliore per progettare al meglio.


Evitiamo quindi di elaborare impaginati simili, caotici e senza una linea grafica pulita, dedichiamoci al meglio a realizzare qualcosa che sia un reale veicolo di messaggi.