Capita spesso, parlando con chi approccia alla stampa, di sentirsi chiedere: “Ma come dovrei salvare una foto per stamparla al meglio?“
Io vi dico, indiscutibilmente in RGB! Ve lo assicuro, se avete un corretto flusso di lavoro, tenete la foto in RGB e non avrete problemi.
So che non posso chiedervi di avere fede, anche perché ciò che ho appena detto è esattamente l’opposto di ciò che ci hanno sempre detto, ovvero:
la stampa è in CMYK, quindi se vuoi stampare senza problemi, DEVI SEMPRE convertire in quello spazio colore.
In realtà tutto questo non è vero. E anche se alcuni di voi seguono questa regola con fede dogmatica, convertire una foto in CMYK a monte, spesso prima ancora di inserire la foto in un impaginato, è un errore non da poco, e fra poco, nelle righe che seguiranno capiremo assieme perchè.
Il Gamut
Piccola premessa, il GAMUT.
Facciamo una piccola digressione relativa al Gamut, questo ci permetterà di capire perché l’RGB è la scelta giusta.
Come vedete dall’immagine, abbiamo messo a confronto diversi spazi colore. Di base abbiamo la gamma di colori visibili, poi lo spazio più ampio che è l’Adobe RGB, e infine, segnato con la riga nera, abbiamo il CMYK che sarà di certo meno saturo e taglierà via tutta una serie di sfumature (soprattutto sui verdi e sui blu) che nella foto ci sono.
Al contrario, quando partiamo da una foto e convertiamo in CMYK, tutte quelle possibilità le state tagliando via, le cancellate totalmente ed irreversibilmente dai dati della vostra foto.
Quindi, ci tengo a ribadire, CONVERTIRE UNA FOTO IN CMYK A MONTE È PROFONDAMENTE SBAGLIATO! Se proprio serve, si farà alla fine ma lo approfondiremo più avanti in questo articolo.

Ma perché insisto a dire di lasciare in RGB? Partiamo dall’inizio, se scattiamo una foto dalla nostra fotocamera uscirà un’immagine in RGB.
Se scattate in Jpg, potete anche scegliere se sRGB o AdobeRGB, e se avete visto l’immagine del Gamut qui sopra, sapete cosa scegliere.
Se acquisite un’immagine con uno scanner, il file sarà comunque in RGB. Insomma la genesi di una qualunque foto è l’RGB.

Vuoi sapere perché i colori in stampa sono spenti?
Ti invito a leggere anche questo articolo.
Se a tutto questo, aggiungiamo che oggi ci sono macchine che stampano in quadricromia estesa, esacromia o addirittura in eptacromia.
A questo aggiungi che i moderni RIP di stampa hanno un motore di conversione interno che permette di andare oltre il semplice CMYK dello standard FOGRA39.
Da quanto scritto qui sopra, si capisce facilmente che lasciando la nostra foto in RGB avremo in stampa una gamma cromatica più ampia.
E se lasci le foto in RGB, saranno stupende.
Se, al contrario avrete convertito in CMYK, esattamente pochi istanti prima di mandare in stampa. Mi dispiace ragazzi, ma quei meravigliosi colori che avevate poco fa sul vostro monitor sono irrimediabilmente perduti. Caput, fine, la foto stampata, sarà smorta.
Ecco perché da oggi in poi, mi auguro che non convertirete più in CMYK per stampare. Anzi, fuggite il più lontano possibile da chiunque vi chiederà il file CMYK per stampare la vostra foto. Se stampate con i service on-line dovrete farlo e lo standard è ancora il FOGRA39.
Mai sentito parlare di FOGRA39?
Allora è il caso di seguire il tutorial su Come impostare la gestione colore in Adobe CC
Conclusione
Quindi, in linea di massima la scelta migliore per le vostre foto è lasciare sempre le foto in RGB.
Se invece il vostro service di stampa vi chiede le foto in CMYK, fatelo pure in fase di creazione del Pdf per la stampa.
Quindi convertite solo alla fine del lavoro e mai prima. Tenete le vostre immagini sempre in RGB e lasciate che sia il motore di Adobe a convertire alla fine.
